Autentico scrigno di tradizioni, il Festino di Santa Rosalia, patrona di Palermo è un evento che attira in città decine di migliaia di turisti.
Ogni anno a partire dal 10 di Luglio a Palermo si celebra U Fistinu per eccellenza, la festa di Santa Rosalia Patrona della città. Esso celebra la liberazione della città dalla peste del 1624, in seguito al ritrovamento delle reliquie della Santuzza sul Monte Pellegrino.
Il primo festino fu voluto dal cardinale Giannettino Doria nel 1625, nel corso dei secoli la festa ha saputo rinnovarsi mantenendo però inalterato tutto il suo fascino e la sua tradizione.
Osservare da vicino la sintesi perfetta tra sacro e profano che pervade Palermo durante la seconda settimana di luglio è un’esperienza toccante che conserverete a lungo nel cassetto delle emozioni.
La notte tra il 14 e il 15 luglio migliaia di palermitani accompagnano la lunga marcia del Carro della Santuzza.
Ma cosa vuol dire esattamente Festino? Il 14 sera viene inscenata una spettacolare processione pagana, in cui ad essere portata in giro per le vie del centro storico non è la vera statua della santa ma una sua rappresentazione simbolica, creata ogni anno da un artista diverso. Un’allegoria della processione religiosa che si terrà solo il giorno successivo.
Ma la festa più sentita per i palermitani sembra proprio essere quella profana, probabilmente perché nell’attesa della processione religiosa i cieli e i tetti di Palermo si riempiono di colori, le luminarie la fanno da padrone mentre artisti, ballerini e acrobati danzano.
Una festa visionaria che si rinnova ogni anno e costituisce uno straordinario spunto per osservare da vicino tutti i contrasti della città.
U Fistinu, che inizia il 10 di luglio e si protrae per cinque giorni, ha subito delle evoluzioni nel corso dei secoli, oggi i primi tre giorni della festa sono un prepararsi al grande corteo del giorno 14 che precede la sfilata del Carro trionfale e che si conclude alla marina con il celebre spettacolo dei giochi di artificio.
Il festino termina giorno 15 con la solenne processione delle reliquie della Santa, contenute all’interno dell’Urna argentea, tra due ali di folla.
In Santa Rosalia e nella sua festa i Palermitani trovano una ragione ed una occasione di identità collettiva ben sintetizzato nel grido Viva Palermo e Santa Rosalia.
Cortei e sfilate sono sempre stati, fin dal 1625, momenti topici del Festino ed il loro solenne, variopinto e ricco incedere ha richiamato sempre grande folla di spettatori.
Il Cassaro si è trasformato in un grande palcoscenico in cui si è rivissuto il dramma del diffondersi del contagio pestilenziale e la grande gioia della liberazione per intervento della Santa.
Grandi spettacoli di luci, di colori e di suoni che sono rimasti nella memoria dei Palermitani e dei turisti.
Anguria fresca e pistacchi per strada
Le tradizioni culinarie. Durante le celebrazioni si consumano pietanze che fanno parte della tradizione popolare palermitana: la Pasta con le sarde (la pasta chî sardi), i babbaluci (lumache bollite con aglio e prezzemolo), lo sfincione (‘u sfinciuni), il polpo bollito ( ‘u purpu), calia e simenza ( ‘u scacciu), la pannocchia bollita (pullanca) e l’Anguria (detto ‘u muluni).