Il Carnevale di Sciacca è considerato uno dei più belli di tutta la Sicilia, ma non tutti conoscono la sua storia…
A parlare per primo di esso fu, nel 1889, Giuseppe Pitrè che ne fece cenno nella sua opera Biblioteca delle tradizioni popolari siciliane.
Ma le origini del carnevale di Sciacca, città della provincia di Agrigento, risalgono ad un periodo molto più antico, forse all’epoca romana, quando venivano festeggiati i saturnali ed il loro re veniva sacrificato; o meglio, con più probabilità, al 1616 quando il viceré Ossuna stabilì che l’ultimo giorno di festa tutti si dovevano vestire in maschera. Da annotare una rivalità che c’è con il carnevale di Acireale.
Le prime manifestazioni sono ricordate come una festa popolare, in cui venivano consumate salsicce, cannoli e molto vino; ed il popolo si riversava per le strade, travestito in vari modi. Successivamente furono fatti sfilare i primi carri addobbati alla meglio, che portavano i mascherati sulle sedie in giro per le viuzze della città.
Negli anni venti compare una grande piattaforma addobbata, trascinata da buoi o cavalli, che portava comitive in maschera. Essi recitavano in dialetto locale, seguite da piccole orchestrine improvvisate. Lo stufato, le salsicce ed il vino distribuito rappresentavano già un momento d’incontro e scambio fra compaesani.
Nel dopoguerra i carri vennero intitolati, ed iniziavano a fare chiaro riferimento alle novità del progresso. Stelle filanti e coriandoli incominciavano ad essere lanciati dai carri in movimento, creando un clima di festa, che invogliava i partecipanti a divenire i veri protagonisti di una gioia collettiva. Dopo pochi anni ancora, la folla in delirio faceva sorgere le prime Compagnie di rivista, venendo anche allestiti carri allegorici sempre più sofisticati che facevano riferimento a temi e personaggi locali in chiave satirica.
Con la sperimentazione dell’amplificazione sonora, il carnevale di Sciacca si evolveva ancora di più e venivano allestiti carri con figure sempre più grandi e i cui movimenti divenivano sempre più sofisticati. La satira politica locale lasciava più spazio a personaggi noti ad un più vasto pubblico, oppure rappresentava temi di attualità che riguardavano interessi nazionali.
Carnevale di Sciacca che si svolgerà dal 28 febbraio al 5 marzo, con sfilate a partire da venerdì 1 Marzo.
Saporapp, in occasione di questa bella festa, fa visita nei grandi laboratori dove vengono costruiti i carri allegorici… tra cui il carro di Peppe Nappa.
Peppe Nappa fu adottato da Sciacca come maschera del suo antichissimo carnevale negli anni ’50 per volontà del senatore Giuseppe Molinari.
Sin da allora la maschera simbolo del carnevale di Sciacca, viene rappresentato su un carro allegorico fuori concorso e apre annualmente la sfilata carnascialesca in tutti i suoi giorni, diventando simbolicamente sindaco della città durante i giorni di festa. Esso sarà il primo a sfilare e il primo, come da tradizione, ad andare a rogo a fine Carnevale, in simbolo di purificazione dai mali.
Nell’ultimo trentennio, è particolarità del carro la distribuzione al popolo di salsicce alla brace, caramelle, vino e spremute di arance del luogo.
Il destino è, secondo anche una credenza pagana, il rogo di tutti i carri al centro della piazza intorno al popolo, che balla sulle note dell’inno e Peppi N’ppa.
Il suo nome deriva da nappa, cioè “toppa” in siciliano; questo perchè il costume è composto da una casacca e dei calzoni verdi, entrambi molto ampi e troppo lunghi, ed un cappellino di feltro bianco o verde su una calotta bianca.
Proprio perchè Peppe N’appa è visto simbolicamente come sindaco della città durante la festa, porta in una delle due mani le chiavi della città.
Peppe N’appa, secondo dicerie, è davvero esistito. Un uomo beffardo, pigro, ma capace di insospettabili salti e danze acrobatiche, goloso ed insaziabile, ricopre abitualmente nelle trame il ruolo del servitore. Ama stare in cucina, o ronzarvi intorno, annusandone deliziato i profumi, e cibo e vino sono la sua passione.
A seguire alcuni scatti della costruzione del carro di Peppe Nappa.
Si ringrazia per la collaborazione Alessandro Serio.