Marsala e Mozia rappresentano due posti davvero suggestivi situati in provincia di Trapani.
Quest’oggi vogliamo proporvi un itinerario alla scoperta di queste due perle del trapanese, facendoci ristorare lungo il percorso dalla bontà dei prodotti SaporApp.
Il nostro percorso parte proprio da Marsala, comune di circa 83.000 abitanti, posto in un’estremità della Sicilia Occidentale, chiamata Capo Boero, e facilmente raggiungibile da Palermo e da Agrigento, grazie alla facile percorribilità delle strade. Si affaccia davanti Favignana, con le altre Isole Egadi poco più distanti e vanta un territorio molto vasto. I marsalesi la chiamano Maissala. È famosa per lo sbarco di Garibaldi e dei Mille avvenuto l’11 maggio 1860 e per la produzione dell’omonimo vino Marsala, tanto che a partire dal 1987 è stata definita Città del Vino. È stata edificata sulle rovine delle antiche città puniche di Lilibeo, per questo i marsalesi vengono anche chiamati lilibetani, e di Mozia, situata all’interno della Riserva Naturale Regionale delle Isole dello Stagnone di Marsala. Una curiosità che abbiamo avuto modo di scoprire durante il nostro itinerario riguarda il fatto che Cicerone vi fu questore tra il 76 e il 75 a.C. quando il posto si chiamava Lilibeo, e celebre fu la sua frase dedicata alla città «Splendida città lilibetana».
La prima cosa da vedere, appena giunti sul luogo, è Porta Garibaldi che dà accesso al centro storico monumentale cittadino ed è ovviamente dedicata all’evento storico garibaldino; è bella ed imponente e dà già l’idea dello stile architettonico del resto del centro storico. Percorrendo il corso principale, dedicato anch’esso a Garibaldi, ricco di negozi in cui fare graziosi acquisti e localini destinati alla ristorazione, è possibile giungere alla maestosa Chiesa Madre, denominata Duomo di San Tommaso di Canterbury, che è anche la Basilica-Cattedrale. L’edificio di culto si affaccia col prospetto su piazza della Repubblica e l’adiacente via Giuseppe Garibaldi appunto. È ovviamente la più grande delle chiese di Marsala ed appartiene alla diocesi di Mazara del Vallo. Secondo la tradizione, il duomo normanno fu eretto intorno al 1176 ma subì diversi ampliamenti e rimaneggiamenti nelle epoche successive. Da non perdere anche la Chiesa di San Giuseppe, adiacente alla Chiesa Madre e che insieme a quest’ultima conferiscono a piazza della Repubblica un aspetto suggestivo e monumentale.
Premesso che siamo arrivati in questo luogo ad ora di pranzo e considerato che avevamo un certo languorino non ci siamo fatti scappare l’occasione per gustarci un ottimo pranzo a sacco costituito da una pasta sfoglia con ripieno di caponata di melanzane, cacao amaro e mandorle SaporApp, sandwich farciti con pesto di carciofi e bottarga SaporApp, e per dessert crostata con crema spalmabile di nocciole SaporApp, il tutto accompagnato da un sorso di vino di Marsala che non potevamo non assaggiare.
Dopo questo ghiotto pranzo ristoratore il tour è proseguito con la visita al Castello di Marsala, un edificio medievale di origine normanna che in passato è stato utilizzato come carcere e che sorge nell’angolo orientale della città, e al Monumento ai Mille, una costruzione dedicata ai garibaldini per lo sbarco a Marsala, situato dinanzi al lungomare della città.
Lasciata l’antica Lilibeo, un itinerario degno di nota non può che proseguire alla volta di Mozia, che come riferito dallo storico Diodoro Siculo, “era situata su un’isola che dista sei stadi dalla Sicilia ed era abbellita artisticamente in sommo grado con numerose belle case, grazie alla prosperità degli abitanti.» Fu un’antica città fenicia, sita sull’isola di San Pantaleo, nello Stagnone di Marsala, si trova di fronte alla costa occidentale della Sicilia, tra l’Isola Grande e la terraferma, ed appartiene alla Fondazione Whitaker. È un posto magico, ricco di storia e di reperti archeologici. Una curiosità che la riguarda è il fatto che, oltre ad essere raggiungibile con un motoscafo, lo è anche a piedi, nei giorni di bassa marea, percorrendo un’antica strada fatta di grosse pietre e realizzata per essere attraversata perfino dai carretti. Presenta una cinta muraria, lunga circa 2,5 km, che racchiude tutta l’isola ed è fondata sul banco in calcare che si alza appena circa 2-3 metri sulla brevissima spiaggia, e di cui se ne conservano resti soprattutto nelle parti di sud-est, est e nord.
A chi ha la fortuna di visitare quest’isola così speciale consigliamo di non perdere il tofet, cioè il santuario fenicio-punico a cielo aperto, consistente in un’area consacrata dove venivano deposti ritualmente i resti incinerati dei sacrifici infantili e animali celebrati in seguito a voti dei fedeli che richiedevano grazie e protezione agli dei. Si trova sulla costa settentrionale, nello spazio tra il mare e le mura, e restò in funzione probabilmente sin dalle origini dell’insediamento, nel VII secolo a.C., fino a dopo l’assedio siracusano, nel III secolo a.C.
Essendo appassionati di storia e archeologia abbiamo visitato anche il Museo Whitaker che ha due sezioni, una antica della donazione Whitaker, con numerosi reperti archeologici recuperati sull’isola, e l’altra moderna. Altri posti da non perdere sono il Santuario del Cappiddazzu, che è un’area sacra costituita da fosse scavate nella roccia e profonde circa 30 cm, disposte all’interno di una fossa più grande, nelle quali furono rinvenute ossa di ovini e bovini, utilizzate dunque probabilmente per i sacrifici, e la necropoli, costituita da una vasta zona rocciosa spianata, attraversata dalla cinta muraria, che presenta tombe prevalentemente ad incinerazione, costituite da piccole fosse scavate nella roccia o nella terra che contengono il cinerario, dove venivano posti resti combusti del defunto, e ai lati gli oggetti del corredo funerario. Terminata la visita all’isola, non c’è rimasto che prendere il motoscafo e ritornare a Marsala per poi fare rientro a casa.
Il nostro itinerario da Marsala a Mozia è finito qui ma vi consigliamo di andare a vedere al più presto questi splendidi posti ricchi di storia, cultura e bellezze naturalistiche.