La Festa del Grano di Raddusa è una manifestazione settembrina che si ripete ormai da 24 anni. Il paese, posto in provincia di Catania, è noto come la Città del Grano.
Qui, infatti, si coltiva prevalentemente grano duro di Sicilia, inoltre vi sono importanti aziende di trasformazione e commercializzazione dei suoi derivati.
La manifestazione si è svolta il 7, 8 e 9 settembre scorsi e durante questi tre giorni sono stati riproposti momenti di vita agreste degli anni Cinquanta, come la ricostruzione storica della pisatura ovvero della trebbiatura, inoltre si sono tenuti sfilate e cortei di gruppi folcloristici, mostre e degustazioni di prodotti tipici locali legati appunto alla coltivazione del grano duro di Sicilia. Il revival degli anni ’50 è stato un momento importante perché ha costituito un percorso di atmosfere e di profumi che hanno contribuito a fare un salto nel tempo, dal presente al passato, con itinerari e rappresentazioni storiche. Quest’anno, nonostante il revival, si è posto particolare attenzione a ciò che ci si aspetta nei prossimi anni: dalla coltivazione alla trasformazione, dalla produzione alla commercializzazione del grano duro con particolare riguardo verso il consumatore e la sua salute. Per questo motivo si sono tenuti convegni e dibattiti, con numerosi espositori e degustazioni dei prodotti biologici; inoltre vi sono state esposizione di macchine agricole, gare e competizioni. Si è trattato, come ogni anno, di un evento che ha visto un afflusso notevole di visitatori provenienti non solo da zone limitrofe ma anche da svariate parti dell’isola.
L’evento, che si tiene ogni anno la seconda settimana di settembre, oltre alla rievocazione delle antiche fasi della già citata “pisatura”, che richiama l’antica pisatura con i cavalli, ripropone la ‘mpastata do pani (lavorazione del pane) e la sfilata degli antichi carretti siciliani decorati. Ogni anno la tradizione prevede la presenza di una coppia di mule, guidate da contadini esperti, che gira in tondo pigiando le gregne di frumento, nel frattempo canti e balli propiziatori coinvolgono anche il pubblico in un’atmosfera che è un misto di sacro e profano. Inoltre vengono riproposti gli antichi sapori di una volta grazie ai piatti tipici tramandati da secoli. All’evento partecipano anche i gruppi folk, le bande musicali e i figuranti impegnati in spettacoli e ricostruzioni storiche.
Durante la festa viene tenuto aperto il Museo del Grano e viene allestita la mostra di mineralogia e delle miniere di zolfo. Gli abitanti di Raddusa sono soliti realizzare l’Altare di San Giuseppe in segno di devozione al loro santo protettore e seguire la sfilata della carrozza Marchese di Raddusa, accompagnata dalle bande musicali, dai carretti e dai contadini che si muovono a piedi indossando abiti tradizionali.
Questa manifestazione è la perfetta celebrazione dei riti legati a Cerere, dea delle messi e del pane, e dei riti legati alla ciclicità del tempo e della vita. Questi miti sono rimasti così vivi nelle tradizioni siciliane che, nonostante la diffusione del Cristianesimo, i culti legati a questo mondo continuano ad essere celebrati nelle feste locali, anche se ormai influenzati dalla religione cattolica. Così la Festa del Grano di Raddusa si rinnova ogni anno pur mantenendo fermi i significati simbolici e le tradizioni che fanno di questo paese un luogo di eccellenza nella produzione di questo alimento così prezioso che accompagna da sempre la vita dell’uomo. Potervi partecipare costituisce un momento di gioia collettiva legato a quel cibo che rappresenta per gli uomini un alimento che nelle sue diverse forme ha nutrito generazioni di persone.